Quattro classi della Scuola Primaria nell’ a.s. 2024/25 sperimenteranno il modello innovativo di insegnamento “senza zaino”, che si basa su pochi e chiari principi fondamentali: ospitalità, responsabilità e comunità.
Il primo ha a che fare con gli ambienti: gli spazi influenzano i processi di apprendimento e la classica aula con la cattedra è superata.
Rinnovare la didattica significa ripensare gli spazi scolastici, sviluppando quattro dimensioni:
- il valore pedagogico dell’ambiente come soggetto che partecipa al progetto educativo
- la vivibilità, il senso estetico, il comfort
- la sicurezza, il benessere, la salute
- l’ecologia e il rispetto dell’ambiente
Di conseguenza, i banchi sono organizzati a isole composte da gruppi di 4 o 6 studenti. Inoltre, c’è uno spazio che si chiama agorà dove il docente spiega l’organizzazione della giornata ai ragazzi, su cosa saranno chiamati a impegnarsi nelle ore successive.
L’ idea parte dall’ attrezzare l’aula dove i bambini lavorano attraverso aree cioè spazi dove non ci sono banchi monoposto e cattedra ma aree e tavoli da 4 posti.
Dotiamo l’aula di strumenti didattici di 3 categorie: tattili come paroliere, pallottoliere, sabbiere, schedari, digitali e iconici, che risultano efficaci ai fini dell’apprendimento.
Nella classe senza zaino risulta fondamentale la dimensione visuale: non vi sono distrattori e il lavoro è fatto di organizzazione e strumenti che confluiscono sulla responsabilità, consapevolezza degli apprendimenti, autonomia e libertà. I bambini si muovono liberamente nell’aula pur consapevoli di come farlo e quando farlo.
La responsabilità è connessa ad altri due aspetti importanti: la scelta e le attività autentiche.
Le aule sono dotate di un manuale della classe, condiviso con i bambini in cui è indicato il metodo di lavoro e cosa si apprende.
L’insegnante non satura il tempo con lezioni solo frontali ma affianca i bambini che di volta in volta lavorano in gruppo, in coppia o singolarmente.
In SZ la metodologia della differenziazione degli apprendimenti è molto importante: ogni isola didattica lavora su attività differenti. I bambini acquisiscono autonomia e l’insegnante può coordinare le attività in maniera produttiva.
All’inizio della mattinata, il bambino indica quali sono le attività che saranno svolte durante la giornata e su quale tavolo, suddivisi per colori.
Gli incarichi assegnati ai bambini strutturano il sistema della responsabilità: vi è il responsabile dei tavoli, del materiale, il responsabile dei quaderni ecc.
L’aula è attrezzata con piccoli laboratori: lingua, scienze e matematica, arti.
Quando un bambino finisce prima un compito può scegliere un altro laboratorio e un altro compito da svolgere.
Nella routine quotidiana sono fondamentali le procedure concordate con i bambini. Tutte le azioni della vita scolastica sono scandite da procedure condivise.
Questa attenzione all’ambiente formativo è definita in SZ Approccio Globale al Curricolo (Global Curriculum Approach – GCA).
Il concetto di globalità è riferibile anche alla persona in quanto tale, per cui sono considerate, come artefici di apprendimento, tutte le dimensioni proprie dell’individuo (cognitiva, corporea, relazionale, affettiva, emotiva) e la qualità dell’esperienza che ogni singolo allievo riesce a vivere a scuola: un apprendimento significativo e profondo parte dall’esperienza e ad essa ritorna, è frutto dell’attenta considerazione di realtà astratta (gli aspetti simbolico-ricostruttivi), realtà diretta (il rapporto faccia a faccia con altri esseri umani ed il mondo), realtà virtuale (creata dai media elettronici).
Importante è l’attenzione alla valutazione: la consapevolezza dei propri progressi nel processo di apprendimento diventa più significativa della valutazione finale.
La scuola quindi si pone in un’ottica di comunità, che diventa contemporaneamente:
- comunità di apprendimento:
in cui imparare significa attitudine, e non solo attività - comunità collegiale:
orchestrata dalla condivisione della missione da parte dei suoi membri nell’ottica di un comune beneficio - comunità di cura:
data da relazioni morali, in cui ognuno si impegna verso gli altri - comunità inclusiva:
persone differenti orientate al rispetto reciproco - comunità di ricerca:
che usa il problem solving e un costante approfondimento collettivo delle possibili soluzioni
La scuola diventa un sistema di relazioni. E il Sistema evolve verso una comunità di pratiche.